Approccio generale della danza

Dominique Lescarret si compiace nel dire che il "Tango è una danza semplice, ma complessa". La formula sembra paradossale, ma si sviluppa così: il Tango Argentino richiede poche cose fisicamente complesse, ma la simultaneità nell'esecuzione di molte piccole cose estremamente semplici ma imprescindibili crea la complessità. Partendo da questa constatazione, l'approccio metodico di questa danza ne semplifica enormemente l'apprendimento. La frase che maggiormente l'aveva colpito nel corso del suo apprendimento, è stata quella di Gustavo Naveira, che un giorno gli ha detto: "Bisogna prima capire il sistema"; poi tutto diventa semplice.

Dopo un'analisi ci si accorge rapidamente che le figure più complesse del tango si limitano a riprendere degli elementi estremamente semplici visti in precedenza. Eppure, nella maggior parte dei casi, queste figure vengono viste come delle novità... Se vengono sostituite in un sistema già conosciuto e controllato, sembrano allora molto più accessibili. Il ruolo dell'insegnante è quello di guidare l'allievo lungo il percorso che lo conduce a un apprendimento facile e accessibile a tutti.

Costruzione pedagogica

Dominique Lescarret, come il suo Istituto di Formazione Professionale in Tango, sono ogni due membro del Consiglio Internazionali della Danza, dell'Unesco.

Affinché una costruzione pedagogica possa essere attuata con successo è come prima cosa necessario gettare le basi imprescindibili sulle quali deve poggiare. A Dominique Lescarret piace dire, sotto forma di scherzo, che il primo ballerino di tango argentino di cui bisogna rispettare i principi si chiama Isaac Newton. Le meccanica di base, associata alle specificità del corpo umano, ci offre quella che chiamiamo biomeccanica, il cui rispetto dei principi deve essere assoluto, per un apprendimento e una pratica che siano facili e piacevoli al tempo stesso.

Dall'individuo verso la coppia, la nozione di connessione, di lavoro a due, di guida, dovrà collocarsi ben al di là dell'apprendimento anche della più piccola figura. Lo stesso vale per il rispetto del ritmo, che consente la sincronizzazione e il posizionamento rispettivo del corpo nella posizione giusta a un determinato momento, e che avrà la priorità sulla prestazione fisica e sulla virtuosità apparente.

Da ultimo, totalmente libera dalla tecnica, arriverà la nozione di improvvisazione, ma - ed è questa la particolarità di questo approccio - il lavoro è indispensabile e precedente all'espressione. Ecco alcune citazioni nello stesso ordine di idee:

 

« L'interesse del controllare una tecnica, sta nel fatto che consente di esprimere un sentimento »     Picasso

« L'arte è un'emozione supplementare che si aggiunge a una tecnica abile »    Charlie Chaplin

« Trabajar, trabajar, sacarle viruta al piso hasta romper los zapatos »

" Lavorare, lavorare, staccare le assi dal pavimento fino a lasciarci le scarpe"

Anonimo, che riprende una formula vista nella Milonga Arrabalera de Canaro

Riassumendo: rispetto assoluto della biomeccanica, analisi del sistema, definizione della connessione, attuazione di esercizi semplici prima di qualsiasi apprendimento di eventuali figure, rispetto del ritmo e della musica... e poi un lavoro specifico sull'Abrazo...

...e alcuni piccoli segreti...

La Piramide del tango

A presentazione della sua formazione professionale, Dominique Lescarret propone ai suoi studenti la seguente piramide, che esplicita l'ordine delle priorità nonché le specificità del tango.

Alcune spiegazioni

La Gravitazione : nessun movimento può sfuggire alle leggi della gravitazione. Danzare bene è una tecnica, significa rispettare tutte le leggi della Statica e della Dinamica oltre che le varie trasformazioni dell'Energia. Insegnare significa in primis conoscere e capire queste leggi. In caso contrario si insegnerà unicamente la riproduzione, si limiteranno le capacità di adattamento e di invenzione, e soprattutto l'insegnante si vedrà privato di un potente strumento di analisi delle tecniche.

Le Possibilità del Corpo Umano : se il ballerino non le supererà mai, l'insegnante può mettere in difficoltà, anche in pericolo i suoi allievi, nel caso in cui la conoscenza nel settore non sia sufficiente. La biomeccanica è alla base dell'insegnamento, è lei che attua il rispetto delle leggi della natura: Meccanica, Anatomia e Fisiologia, utilizzando al meglio e senza pericolo le possibilità e i limiti del corpo umano.

Il Ritmo : è indispensabile per la cinetizzazione del movimento, e conferisce gli elementi che avranno la meglio sulle trasformazioni di energia. Le sue variazioni sono al tempo stesso le prime possibilità dell'Adattamento e dell'Interpretazione. Da ultimo, sono le sue variazioni che parteciperanno, spesso in modo preponderante, alla dimensione artistica dell'esecuzione.

La Musica :si sovrapporrà al ritmo, oppure lo conterrà e lo trasformerà, ma soprattutto consentirà di scegliere fra varie interpretazioni a seconda della linea melodica scelta, la messa all'unisono dei sentimenti espressi dal compositore e il danzatore. Le sue forme polifoniche e poliritmiche offriranno inoltre ai danzatori molteplici scelte di interpretazione.

L’Applicazione alla coppia : libera, senza legame corporeo. Si attua la nozione di sincronizzazione. Iniziando dal ritmo e poi dalla linea melodica; da ultimo, grazie allo sguardo. Dal ritmo: ogni danzatore si sincronizza col ritmo, e quindi i due danzatori si muoveranno... insieme. E poi la linea melodica: ogni danzatore sincronizzerà la propria linea coreografica con questa linea melodica, saranno quindi sincronizzati insieme. E da ultimo con lo sguardo: per affinare questa sincronizzazione e gestire fra di loro i rapporti con lo spazio. Comunicazione essenzialmente non materiale.

La coppia legata, oppure in un legame : il primo elemento rimanda alla biomeccanica: dato che ogni corpo mobile subisce delle influenze meccaniche da parte dell'altro, non si tratta più di due elementi mobili separati. E poi la nozione di elemento motore e di guida modificheranno la comunicazione, e qui l'aspetto cinestesico assumerà un ruolo preponderante. Per quanto riguarda le danze, l'Abrazo non ha nulla di specifico relativamente al Tango.

La Storia, la Cultura, la Convenzione : ecco cosa differenzia una danza dalle altre, ecco cosa le conferisce un tocco di originalità, un linguaggio comune riconosciuto da chi la pratica.

La Socializzazione : si tratta della messa in pratica, in un luogo di scambio sociale, in cui compaiono altri codici e altri vincoli.

Espressione di sé : è quando la danza esprime direttamente la personalità del danzatore e le emozioni provate.

Le varie fasi di modifica degli schemi stabiliti : definizioni di riferimento usate nell'approccio

► L’interpretazione: si tratta del primo passo al quale avrà accesso lo studente che vuole diventare ballerino. Potrà, senza modificare nulla a livello di schemi nello spazio, variare i ritmi, le intensità, le espressioni, a seconda di ciò che sente. Va notato che questa espressione non ha nulla di specifico del Tango, ed esiste in tutte le forme di danza; la sfumatura sta nel fatto che alcuni stili possiedono delle cellule rimiche ripetitive e indeformabili che consentono meno flessibilità (ad esempio i tre tempi del Valzer, i sei tempi del Rock o la Clave della Salsa).

► L’improvvisazione adattativa: il danzatore taglia o modifica delle introduzioni o dei finali di tecnica per poterli collegare e adattarsi allo spazio mobile in cui si svolge il ballo. L'interpretazione può aiutare l'adattamento (gestione della velocità, ad esempio). Troviamo delle possibilità in molti stili di danza, in modo più evidente nelle danze che prevedono uno spostamento (ad esempio: Paso Doble).

► L’improvvisazione creatrice: si tratta del momento in cui il corpo del danzatore risponde direttamente alle sollecitazioni di quanto sente (ambiente, musica, dama, stato d'animo), per creare qualcosa di nuovo, che esca totalmente dagli schemi appresi o definiti, rispettando al tempo stesso tutti gli altri aspetti della danza. Per fare un paragone con una delle definizioni usate in ambito musicale: creazione di un movimento spontaneo, immaginario o "ex nihilo", servendosi della propria creatività all'istante, dei propri apprendimenti sul piano tecnico, e talvolta anche del caso. Si potrà anche associare la nozione di "movimento incosciente".

Questi tre processi possono essere messi in azione, a prescindere dal livello del ballerino. Si osserva tuttavia, in fase di utilizzo, che la creatività arriva più spesso quando si controllano i problemi tecnici, il che rende l'improvvisazione, nel senso sopra spiegato, piuttosto rara. Facendo un paragone con la pittura, il disegno di un bambino è spesso molto creativo, ma affinché questa creatività possa essere accettata in una cultura, in un determinato contesto storico e sociologico, sarà necessario passare per la tecnica, senza che quest'ultima "uccida" l'aspetto creativo... la difficoltà sta proprio qui!

« La tecnica più perfetta è quella che non si nota »

Pablo Casals

Remarque concernant l'histoire

On peut se demander comment une danse populaire, qui a été construite au fil du temps en partie par de simples danseurs ou par des professeurs n'ayant pas forcément les connaissances requises pour établir des processus complexes, comment donc une telle danse a-t'elle pu arriver à un tel niveau de perfection exigeant une approche si élaborée.

En fait le Tango Argentin a absorbé au fil du temps les techniques de base de multiples danses, Valse, Polka, Mazurka, Danzon, Maxixe, One Step, Fox Trott, danse classique, et maintenant Salsa et Danse contemporaine, plus ses créations propres, et appliquant une sorte de Darwinisme du mouvement, les danseurs n'ont conservé que ce qui été viable car respectant justement tous les aspects incontournables explicités plus haut.

C'est à la fois cette capacité d'absorption des techniques autres ayant fait leurs preuve, associé à des créations propres et le tout filtré par les pratiquants et par le temps, qui fait l'universalisme du tango en termes de mouvements, et sa pérennité.

Mais c'et aussi ce qui demande la plus grande rigueur de la part de l'enseignant, qui doit, dans sa pédagogie, prendre en compte tout ce processus d'élaboration qui dure depuis maintenant plus de 140 ans...

Pour le reste, émotion, ressenti, interprétation artistique, le mieux est de ne pas en parler, mais de le vivre... mais c'est une autre histoire. Les cours sont faits aussi pour cela...